Come riconoscere il pellet migliore dall’aspetto, dalle condizioni della stufa appena dopo la combustione e dalle certificazioni presenti in etichetta. Dal potere calorifico ai consigli per riconoscere il miglior pellet in commercio.
Il riscaldamento a pellet presenta molti vantaggi: è ecologico, fa risparmiare denaro, è facile da installare e si può integrare in qualsiasi abitazione, anche in condominio. Tra gli svantaggi delle stufe a pellet vi è la necessità di fare scorta di biomassa. Comprare pochi sacchei di pellet è antieconomico e anche inutile, ogni giorno la stufa a pellet consuma diversi sacchi.
Indice:
Per tenere a regime la stufa a pellet è necessario organizzare uno spazio dedicato allo stoccaggio della biomassa. Allora come orientarsi nella scelta? Molti consigli li abbiamo già visti nell’articolo dedicato al “potere calorifico pellet“. Il potere calorifico corrisponde alla quantità di calore prodotto, etichette alla mano il potere calorifico più elevato è quello del pellet di faggio e del pellet di abete. Attenzione, il potere calorifico, da solo, non rappresenta una garanzia.
In particolare, per distinguere il miglior pellet bisogna osservare il suo aspetto. I piccoli cilindri devono:
La densità del pellet è un importante indicatore del potere calorifico, cioè della quantità di calore prodotto durante la combustione. Per saggiare la densità del pellet è possibile metterlo in acqua: se il pellet galleggia vuol dire che non è di buona qualità.
I fattori appena citati sono fondamentali per individuare un pellet di qualità. Diciamo subito che tutto il pellet prodotto e commercializzato in Italia, per legge (d.lgs n. 152/06) deve essere privo di formaldeide o altre sostanze chimiche e deve essere prodotto da legno vergine così da essere ecologico e completamente atossico.
Ciò significa che anche il legno di pessima qualità non è tossico e non nuoce alla salute. Allora cosa cambia tra un pellet di buona qualità e un pellet scadente? A variare è la quantità di umidità contenuta, i residui in termini di polveri (ceneri) e quindi il potere calorifico (quantità di calore prodotta).
Nel discriminare il pellet migliore non va considerata tanto la dimensione quanto l’integrità del cilindro. Le dimensioni di ogni cilindro vanno dai 3 ai 25 mm di diametro e dai 5 ai 40 mm di lunghezza. Scegliere dei pellet più grandi ha senso solo se il produttore e il rivenditori li hanno stoccati e trasportati senza generare ulteriori polveri.
Altri fattori da individuare a prima vista: se il pellet è frammentato, rotto e sminuzzato, le parti fini impoveriscono la combustione andando a produrre più ceneri. Al momento dell’acquisto assicurati di comprare pellet integro e dalla forma sana.
I frammenti di pellet si separano facilmente durante le fasi di trasposto, una filiera sana garantisce un pellet di qualità, al contrario, materiale eterogeneo e frammentato danno luogo a una combustione irregolare con una maggiore produzione di polveri. E’ importante sottolineare che: più piccolo è il sistema di riscaldamento a pellet e più l’impianto è sensibile alle polveri.
Un pellet di cattiva qualità causa problemi alla stufa:
La durabilità meccanica del pellet è il fattore più importante nel determinarne la qualità. Ecco perché il miglior pellet non è quello più grande ma quello più compatto e più capace di mantenere la sua struttura stabile a seguito degli urti tipici del trasporto.
Va da sé che anche tu, quando maneggi il pellet e lo conservi, dorai fare attenzione a evitare la formazione di polvere. Il pellet migliore è quello che ha subito un efficiente pressatura e ha una proporzione ideale tra lignina e acqua. Dato che la percentuale di umidità contenuta da questa biomassa influenza fortemente la combustione e la stessa durabilità, nel conservare il prodotto dovrai scegliere un luogo asciutto.
A fronte di quanto detto, al momento dell’acquisto del pellet destinato alla tua stufa, prenditi la briga di:
Puoi fare dei test personali per determinare il miglior pellet. Inizia con al prova del fumo.
Prova a bruciare qualche cilindro e osserva il fumo che produce: l’odore dovrebbe essere lo stesso della legna da ardere. Se produce un cattivo odore, c’è qualcosa che non va!
Il peso specifico dipende dalla pressatura. Se il pellet è stato pressato bene avrà un peso specifico che va dai 650 ai 700 Kg/m³. In casa puoi controllare il peso specifico del pellet. Come fare?
Il peso specifico si calcola (kg/ m³) con questa formula: (peso totale del pellet – peso del contenitore) / (peso totale dell’acqua – peso del contenitore) x 1000.
Per legge, il pellet deve essere prodotto da legno puro vergine. Un pellet con additivi non solo è fuori legge ma anche nocivo. Per evitare la produzione di fumi nocivi è importante scegliere un pellet davvero ecologico.
Come capire se il pellet ha additivi? Immergi i cilindri in acqua, se i trucioli iniziano a disintegrarsi nel giro di una manciata di minuti, il rischio che contengano additivi è minimo. I pellet si disintegrano quando assorbono umidità.
In commercio si trova anche un tipo di pellet scuro. Il pellet scuro è generalmente composto da tipi di legno scuro (come il castagno) o corteccia, oppure si tratta di un legno scurito a causa di un intenso prosciugamento perché la materia prima di origine era eccessivamente umida.
Generalizzando, possiamo dire che il pellet migliore è quello ottenuto dal legno vergine di Faggio e Abete bianco. Per il colore chiaro dei cilindretti, sia in caso di Abete che di Faggio, si parla di pellet bianco.
Il pellet di faggio con un’umidità inferiore all’8% ha un potere calorifico pari a 5,12 Kwh/kg (equivalente a 4.400 kcak/kg di potere calorifico inferiore). Un’etichetta che riporta questi dati sta descrivendo un ottimo prodotto.
Il miglior pellet ha un’elevata resa in termini di calore prodotto: circa il 20% in più rispetto a un pellet di media qualità. La qualità del pellet si può valutare osservando la stufa, il bruciatore, la camera di combustione e di raccolta delle ceneri.
Controlla la cenere: se c’è sabbia o prodotti di rifiuto, probabilmente i pellet che hai usato avevano additivi. Se nella stufa a pellet si formano depositi e corrosione, il pellet ha un eccessivo livello di zolfo e cloro e altri componenti volatili.
Un’elevata produzione di ceneri è legata alla presenza di residui di semi o corteccia nei cilindri che non consentono una combustione omogenea. Se noti una combustione irregolare, è importante anche consultare il manuale della tua stufa a pellet. Se sei sicuro di usare il pellet migliore in commercio ma noti ancora una forte produzione di cenere, probabilmente il firmware della tua stufa a pellet non è stato settato a dovere.
La stufa a pellet consuma elettricità (pochissima!) sia al momento di accensione, sia durante la stessa combustione in quanto vi è un sistema che regola finemente la quantità di aria nella camera di combustione. Se è importante acquistare il miglior pellet in commercio è altrettanto fondamentale curare la scelta della stufa. Le stufe di piccole dimensioni sono più difficili da scegliere, come premesso: più piccolo è l’impianto di riscaldamento a pellet e più sensibile sarà alle polveri e alla scarsa durabilità della biomassa.
Un buon modo per scegliere il pellet dal miglior rapporto qualità prezzo consiste nel controllare la certificazione. Attualmente, gli standard migliori sono fissati dalla certificazione EnPlus con pellet di categoria A1. Il prezzo al kg del pellet è molto variabile. Per esempio, una pedana da Leroy Merlin di pellet di abete bianco si compra con 349 euro (0,33 al kg, pedana da 70 sacchi per un totale di 1070 kg). La stessa pedana, dallo stesso rivenditore, a inizio estate si compra con 289 euro! Quindi a fare il prezzo è anche il periodo in cui si acquista il prodotto. Potere calorifico del pellet segnalato è di 5,1 Kwh/kg.
Nel web è possibile trovare miscele di pellet con potere calorifico di 4,5 kWh/kg al prezzo di 200 euro a tonnellata. Per orientarsi su un buon pellet consigliamo di non controllare -tra le altre cose- il potere calorifico e non scendere sotto i 4,8 kWh/kg.
La scelta di una buona stufa e la constante manutenzione possono garantire un’ottima combustione con la migliore resa in termini di calore prodotto. La cenere della stufa a pellet si può riciclare in giardino o nelle faccende domestiche. Per tutte le info: come usare la cenere. La guida parla della cenere del camino, tuttavia è valida anche per le ceneri prodotte dalla stufa a pellet.