Pen Farthing ce l’ha fatta: l’ex militare britannico che subito dopo la presa di Kabul da parte dei talebani mosse un accorato appello al suo Paese e agli alleati affinchè portassero in salvo i cani del suo rifugio e i suoi collaboratori è riuscito nella sua missione.
Qualche ora fa ha lasciato l’Afghanistan portando con se i circa 200 cani e gatti del rifugio gestito dalla Nowzad, l’organizzazione che aveva fondato a Kabul nel 2007 per salvare i randagi del territorio.
Purtroppo i suoi collaboratori afghani non hanno potuto lasciare il Paese. Tra loro, anche delle giovani dottoresse veterinarie che Penn aveva sostenuto negli studi.
Pen avrebbe potuto fare ritorno nel Regno Unito molto prima. Aveva però deciso di non lasciare il suo staff, le loro famiglie (70 persone) e suoi animali (circa 200).
Purtroppo, quando è riuscito a trovare un aereo per lasciare il Paese, il Governo inglese ha negato ai suoi collaboratori e alle loro famiglie l’autorizzazione per partire.
L’aereo stato interamente pagato dalle donazioni raccolte da Nowzard, con il progetto “Operation Ark”.
Le collaboratrici di Pen Farthing sono in pericolo
Nonostante sia riuscito a portare in salvo tutti gli animali del suo rifugio, Pen è molto spaventato da ciò che potrebbe accadere ai suoi collaboratori. Da quando i talebani sono entrati a Kabul, i suoi colleghi, specialmente le donne, sono in grave pericolo.
I talebani hanno infatti preso di mira le donne che hanno lavorato o che studiano, perchè ritenute pericolose.
Oltre a prendersi cura dei cani e dei gatti in difficoltà di Kabul, la Nowzad aveva sostenuto con i propri fondi gli studi delle giovani collaboratrici. Ora hanno perso tutto e hanno dovuto nascosndersi in attesa di capire cosa succederà.
I talebani infatti potrebbero perseguitarle sia perchè lavoravano per una ONG sia perchè hanno portato avanti degli studi avanzati per diventare veterinarie.
“Sono molto impaurite e spaventate da questa situazione e da tutta l’incertezza che la circonda” ha sostenuto Rebecca Bragadin, presidente dell’Associazione Donne Medico Veteriario che aveva offerto il proprio supporto alle veterinarie afghane dopo l’appello di Pen.
“Siamo in contatto con alcune di loro ogni giorno. Ci hanno raccontato di aver assistito ad alcune azioni compiute dai Talebani e di averne ancora più paura. Pen si era prodigato anche per farle avere un lavoro in Inghilterra. Aveva previsto anche questo. Noi non ci tireremo indietro e come associazione continueremo a lavorare per sostenerle”.
Come spiegato anche dalla Bragadin, erano diversi giovani che le dottoresse veterinarie erano pronte a lasciare il paese, tanto che avevano passato le ultime 20 ore in aeroporto, convinte di poter partire insieme a Pen. Poi però l’attentato compiuto a pochi metri da loro le ha costrette a tornare a casa e a nascondersi.