Perché i cani agitano così tanto la loro coda? E’ emerso tramite alcuni studi che oltre ad essere uno strumento per esprimere emozioni e interagire con il mondo intorno a loro, riguarda in particolare l’uomo.
Gli esperti concordano sul fatto che i cani utilizzano la loro coda come un mezzo di comunicazione estremamente efficace, una forma di linguaggio che è diventata peculiare della specie grazie alla lunga interazione con gli esseri umani.
La coda dei cani è un linguaggio a sé stante, una modalità di espressione che va oltre il semplice movimento casuale. Quando un cane scodinzola, lo fa con uno scopo preciso, potrebbe essere un segno di felicità , come quando incontrano il loro padrone dopo un’assenza, oppure potrebbe indicare nervosismo o paura di fronte a una situazione minacciosa.
Questa espressione è così distintiva che persino altri animali, tra cui i lupi, non mostrano lo stesso livello di comunicazione attraverso la coda.
L’origine e l’evoluzione di questo comportamento
Uno studio condotto presso il Max Planck Institute for Psycholinguistics nei Paesi Bassi ha esaminato questo fenomeno nel dettaglio, cercando di comprendere le origini e l’evoluzione di questo comportamento distintivo.
Pubblicato su Biology Letters, lo studio suggerisce che la centralità della coda nella comunicazione canina potrebbe essere il risultato della selezione operata dall’uomo durante il processo di domesticazione.
Secondo gli esperti, la domesticazione potrebbe aver giocato un ruolo cruciale nella nascita del comportamento dello scodinzolamento nei cani. Un’ipotesi avanzata è che questo gesto sia emerso come un effetto collaterale della selezione umana, nel corso dei millenni, abbiamo favorito la riproduzione dei cani più docili e dal temperamento più amichevole, che tendevano anche ad utilizzare la loro coda in modo più evidente.
L’uomo ha contribuito a questo comportamento
Tuttavia, c’è anche un’ipotesi più particolare che suggerisce che lo scodinzolio sia stato direttamente selezionato dall’uomo. Attratti dai movimenti ritmici della coda, potremmo aver preferito gli esemplari che esprimevano questo comportamento, contribuendo così alla sua diffusione ubiqua tra tutte le razze canine.
Sebbene questa teoria sia supportata da evidenze precedenti, gli studiosi sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per consolidare le loro conclusioni. Invitano a un’indagine più approfondita sui modelli di movimento della coda dei cani, poiché ritengono che possano fornire preziose informazioni sul lungo rapporto tra l’umanità e i nostri fedeli compagni a quattro zampe.