Esistono davvero le piante carnivore e possono rappresentare un pericolo per l’uomo? Ecco la risposta
In natura non mancano le piante carnivore mangia-uomini, uno dei grandi spauracchi che spesso è entrato nella cultura popolare e nella cinematografia horror. In una grande pellicola del 1986 “La piccola bottega degli orrori” una pianta gigantesca con mascelle grandi quanto uno squalo, si nutre costantemente di sangue umano per crescere. E che dire della “Famiglia Addams” e di Morticia che possiede in casa una pianta “African Strangler” con la fastidiosa abitudine di mordere gli esseri umani.
Queste piante carnivore non popolano solo le trame dei film horror, ma esistono anche nella vita reale. Si tratta di una flora realmente affamata che utilizza trappole come foglie appiccicose, tubi scivolosi e trappole pelose per catturare insetti, escrementi di animali e occasionalmente piccoli uccelli o mammiferi. Gli esseri umani non sono nel menu delle circa 800 piante carnivore presenti in tutto il mondo, ma questo non vuol dire che non possano infastidire una persona.
Le caratteristiche delle piante carnivore
Le piante carnivore sono disponibili in molte forme e dimensioni. Si tratta di piante capaci di attirare le prede nelle loro foglie a forma di tubo usando il dolce nettare. Un noto botanico che studia piante carnivore presso la Michigan State University di Hickory Corners. Kadeem Gilber, in una intervista ha fornito un ritratto ben preciso sulle caratteristiche e i pericoli legati al contatto con queste piante affamate di carne.
Le labbra di queste piante hanno un rivestimento scivoloso. Gli insetti (e talvolta i piccoli mammiferi) che perdono l’equilibrio su questo rivestimento, si tuffano in una riserva di enzimi digestivi. Questi enzimi scompongono il tessuto dell’animale in sostanze nutritive che la pianta carnivora assorbe.
Addiruttura le specie più grandi possono intrappolare e divorare roditori e toporagni. Le piante carnivore comuni, invece, mangiano principalmente insetti e altri artropodi, come ha spiegato Gilbert. E le poche specie di piante carnivore abbastanza grandi da intrappolare i mammiferi sono in realtà interessati agli escrementi di questi animali piuttosto che alla loro carne.
Le piante raccolgono gli escrementi lasciati dai piccoli mammiferi mentre leccano il nettare della pianta. Cibarsi di questo materiale predigerito porta la pianta a consumere meno energia rispetto a quella che consumerebbe se ingoiasse l’intero animale.
Si tratta ovviamente di piante diverse rispetto a quelle rappresentate nei film horror, perchè non sono strutturate per inseguire gli uomini e per divorarli in maniera mostruosa. Le piante immaginarie che sono state protagoniste di alcuni film, in realtà prendono spunto dalla vera acchiappamosche di Venere.
Le piante che mangiano uomini? Esistono solo nei film horror
Invece di sfoggiare una brocca, un acchiappamosche fa affidamento su foglie simili a mascelle per catturare la preda. Quando un insetto si posa su queste foglie, innesca minuscoli peli che spingono le foglie a chiudersi. L’attivazione di questi peli produce segnali elettrici che consumano energia preziosa. Secondo gli scienziati la pianta ideale per mangiare gli uomini non dovrebbe muoversi, ma rimanere statica in attesa della preda.
I Sarlacc dell’universo di Star Wars rappresentano un buon esempio di come potrebbero funzionare le piante mangia-uomini. Bestie immaginarie che si mimetizzano nelle sabbia del pianeta Tatooine e che giacciono immobili, aspettando che la preda cada nelle loro bocche spalancate. Un simbolo che ha alimentato le angosce di molti adolescenti, ma che in realtà esiste solo nella fantasia.