L’energia elettrica è il fondamento della società contemporanea, dal pc in cui sto scrivendo, al frigo che conserva i miei cibi, alle caldaie, alle automobili, tutto esiste grazie ad un continuo scambio di elettroni e per mantenersi attivo ha bisogno di batterie. Gli oggetti più onnivori, come gli smartphone o i computer, utilizzano quelle a ioni di litio, un materiale che è abbondante ma difficile da manipolare, mentre le sveglie, i telecomandi o i lettori portatili di musica hanno al loro interno delle batterie alcaline o zinco-carbone altamente inquinanti. Allora proviamo le pile che si attivano con l’acqua o con altre sostanze.
Si tratta di pile che non inquinano, perché utilizzano materiali alternativi. Dalle pile giapponesi NoPoPo che utilizzano l’acqua del rubinetto e che non contengono sostanze tossiche al loro interno, a quelle, sempre giapponesi, che sfruttano il carbonio del comune zucchero da cucina, assistiamo ad una promettente corsa alla “batteria pulita”, in grado di assicurare ottime rese e di poter essere smaltita senza rischi di inquinamento.
Non tutti i prodotti realizzati finora sono convincenti, le NoPoPo (Non Pollution Power) ad esempio, hanno una resa molto bassa e si deformano facilmente. Tuttavia è evidente che la ricerca stia facendo dei progressi e così risale a poco tempo fa’ la notizia di un nuovo modello di pile attivabili con l’acqua.
Si chiamano Aquacell e sono fatte di plastica riciclata. Non hanno data di scadenza come tutte le batterie che conosciamo. Prive del pericoloso idrossido di potassio, queste pile sono pronte all’uso perché si attivano dopo una breve immersione nell’acqua. Leggere, il loro peso è di 12 grammi grazie all’involucro di plastica, con un ciclo di smaltimento nell’ambiente 4-5 volte minore rispetto alle batterie alcaline, si presentano come un’ottima alternativa sia per la potenza che per il ridotto impatto ambientale.
Il problema più rilevante di tutti questi modelli è comunque la loro durata, sono infatti pile usa-e-getta. Il vero balzo in avanti arriverà quando ci saranno batterie ricaricabili composte da materiali ecologici e la cui durata sarà estremamente lunga.
Un traguardo sicuramente ambizioso ma negli ultimi anni abbiamo visto che la volontà di soluzioni in grado di favorire lo sviluppo sociale ed economico, preservando allo stesso tempo l’ambiente, ha reso possibile invenzioni strabilianti, grazie anche alla sempre più fitta interconnessione tra ricercatori, tecnologia e coscienza ecologica.