Piombo addio, il fotovoltaico in perovskite preferisce lo stagno

Un team di ricercatori è riuscito a realizzare una cella fotovoltaica in perovskite che impiega del semplice stagno al posto del piombo per raccogliere l’energia luminosa

piombo
L’energia solare è un’energia sostenibile per definizione, ma si può dire lo stesso della tecnologia messa a punto per sfruttarla? Alla Northwestern University, sì. Qui, infatti un team di ricercatori è riuscito a realizzare una cella fotovoltaica in perovskite che impiega del semplice stagno al posto del piombo per raccogliere l’energia luminosa. Il nuovo dispositivo, oltre a poter vantare una maggiore eco compatibilità, vanterebbe costi di produzione notevolmente più bassi rispetto alla versione contenente piombo e, un domani, anche efficienze migliori.

Il merito del lavoro va i chimici organici Mercouri G. Kanatzidis e Robert PH Chang; i due scienziati hanno collaborato per creare una cella le cui prestazioni potessero superare quelle del fotovoltaico in perovskite e piombo (hanno un tasso di conversione della luce solare del 15%).

Attualmente il loro dispositivo è già arrivato ad un’efficienza del 6% ed è in grado di assorbire la maggior parte dello spettro luminoso. Ogni cella fotovoltaica in perovskite e stagno è costituita da cinque strati sovrapposti. Il primo è un gas elettro-conduttore che assorbe la luce e agisce con il secondo strato in biossido di titanio per creare un contatto elettrico. Seguono lo strato attraverso cui avviene il trasporto di lacune, e quindi quello di stagno, mentre il supporto in oro della cella funge da elettrodo di contatto. L’intero sandwich è spesso solo uno o due micron. “Altri scienziati vedranno quello che abbiamo fatto e miglioreranno i nostri metodi”, ha detto Kanatzidis. “Non c’è ragione per cui questo nuovo materiale non possa raggiungere un’efficienza superiore al 15 per cento”.

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