Produrre vino in casa: la tecnica, passo dopo passo, per ottenere ottimo vino fatto in casa. Vino rosso, bianco o vino frizzante. La ricetta senza solfiti e naturale al 100%.
Chi ha detto che produrre il vino in casa è impossibile? Niente di più sbagliato, basta solo un po’ di buona volontà, ottima materia prima e tanta voglia di sperimentare. Il vino fai da te fa bene al corpo, alla mente e anche al portafogli. Naturalmente non possiamo puntare a produzione su larga scala, ma produrre vino in casa si può, e senza particolari attrezzature. Cosa serve per fare il vino in casa? Pochissime cose perché il segreto è tutto nella fermentazione e nella scelta di uva buona.
Vino bianco, rosso o frizzante: tutti i gusti possono essere accontentati!
In ambito domestico e lavorando senza torchio, con circa 5 kg di uva riuscirete a produrre un litro di vino fatto in casa! Anche se, la quantità di vino ottenuta dipende molto da come pressate l’uva. La quantità di vino ottenuta per ogni chilo di uva dipende anche dalla qualità della materia prima. Le stime riferite potrebbero essere soggettive perché in ambito domestico non esistono standardizzazioni.
Quanta uva serve per fare un litro di vino? Le medie riferite dai viticoltori vedono ottime rese. Con un quintale di uva nera si riuscirebbero a ottenere circa 70 litri di vino.
Il nostro consiglio è quello di partire con il fare pochi litri di vino così da non dover acquistare particolari attrezzature. Se puntate a quantità più elevate, potete valutare l’acquisto di un torchio. Poche quantità di vino si possono produrre in casa anche senza torchio.
Il primo passo per produrre vino in casa è procurarsi dell’ottima uva, magari dal contadino di fiducia oppure direttamente dall’orto di famiglia.
Si prosegue con la pigiatura: si può fare con i piedi, proprio come una volta. È un’esperienza divertente, da fare insieme anche ai più piccini di casa.
Dove? Basta anche un recipiente di plastica per uso alimentare ed il gioco è fatto, che si abbastanza capiente! In commercio non mancano tinozze molto capienti, simili a piccole vasche in materiale plastico.
Dopodiché occorre dedicarsi alla diraspatura, ossia bisogna eliminare a mano i raspi; un’operazione un po’ più noiosa ma necessaria per il nostro vino fatto in casa.
A questo punto, per ogni quintale d’uva è necessario aggiungere del lievito di birra, acquistabile in qualsiasi supermercato o negozio alimentare, e lasciare agire per un’intera notte.
È il momento di pura magia: i lieviti cominceranno a trasformare lo zucchero in alcol etilico e anidride carbonica, sotto forma di bollicine che “frizzeranno” per tutto il tempo.
Bisogna avere la costanza di effettuare un’operazione che si chiama follatura: ovvero, almeno una volta al giorno, bisogna affondare le bucce aiutandosi con un bastone di legno. Per ottenere risultati migliore bisognerebbe mescolare le bucce ogni dodici ore per circa 7-10 giorni. Se si desidera produrre un vino più corposo sarà necessario aumentare la fermentazione per circa 18-20 giorni.
Occhio alla temperatura e alla densità che va controllata ogni giorno: il valore, durante la fermentazione diminuisce fino a raggiungere una densità fra 0,990 e 0,995 (valori di svinatura), se il valore è superiore a 1 significa che la fermentazione non è ancora completata.
Se durante la fermentazione la densità si stabilizza sul un valore superiore a 1 significa che è bloccata, per cui bisogna tempestivamente riattivarla (le cause possono essere: ambiente troppo freddo o carenza di lieviti) agendo sulla temperatura o sui lieviti. Attenzione: questo valore si deve avvicinare allo 0 (zero), ma non deve superarlo in negativo, altrimenti potrebbe inacidire.
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Trascorso tale tempo, utilizzando un semplice colapasta per filtrare le bucce, si travasa il vino nelle bottiglie avendo cura di non chiudere il tappo per almeno una settimana. Questa operazione consentirà l’uscita dell’anidride carbonica.
Sarà necessario ripetere l’operazione del travaso almeno altre due volte nel periodo successivo così da eliminare la feccia sottostante e residui di impurità. Secondo tradizione il 1° travaso va effettuato tra fine novembre e i primi di dicembre (controllare il periodo giusto sul calendario lunare), il 2° travaso a gennaio e il 3° a primavera inoltrata, in giornate serene e asciutte.
È importante però conservare il vino fai da te in frigo: il vino fatto in casa non contiene solfiti o altri prodotti in grado di proteggerlo da alterazioni batteriche ed ossidazioni e per questo sarà necessario consumarlo nell’arco di sei mesi. Ma la soddisfazione sarà tanta e gli ospiti gradiranno di certo.
Le dosi tipiche da aggiungere al mosto, sempre e comunque prima dell’avvio della fermentazione, sono generalmente comprese fra 10 e 20 grammi per ettolitro (si considera la quantità di materiale ottenuto dopo la diraspatura). La dose di lieviti viene sciolta in acqua tiepida alla temperatura di 40° C – ed è essenziale assicurarsi sulla giusta temperatura – per un volume pari a dieci volte il peso dei lieviti.
Per produrre vino bianco in casa, il procedimento è essenzialmente lo stesso visto per il vino rosso. L’unica differenza è che le bucce vengono subito tolte e non sono oggetto di macerazione.
Dopo la pigiature, occorrerà dunque eliminare non solo i raspi ma anche le bucce ed i semi. Questo vuol dire che durante la macerazione non sarà necessaria la follatura e non ci sarà alcuna vinaccia da strizzare.
Fase importante per produrre vino in casa dal colore bianco è la chiarificazione, in modo da eliminare le sostanze in sospensione che rendono il vino giallastro. Come? Basta l’albume d’uovo esattamente come facevano i contadini, e poi filtrare con dei filtri di carta che si aprono ad imbuto, reperibili in qualsiasi negozio di prodotti per l’agricoltura.
Per ottenere buone quantità di vino, potete valutare l’acquisto di un torchio che vi consentirà di eseguire le fasi descritte in precedenza con più semplicità. Il torchio non è uno strumento particolarmente costoso a meno che non desiderate acquistare un torchio motorizzato. Il classico torchio a mano si compra con budget molto accessibili. Per farvi un’idra sui prezzi e i modelli vi rimandiamo alla pagina Amazon: Torchio su Amazon.
Per ottenere del vino frizzate fatto in casa è necessario provocare una rifermentazione del vino finito aggiungendo ai primi caldi della primavera 4,25 grammi/litro di zucchero per ogni atmosfera di pressione che si vuole ottenere, tenendo conto che un vino frizzante ha tra 1 e 2,5 atmosfere, mentre lo spumante da 3 a 6. In alternativa allo zucchero si può anche utilizzare 2 o 3 chicchi d’orzo.
Appena comincia la fermentazione il vino va messo nelle bottiglie avendo cura di eliminare le impurità tenendo le bottiglie in posizione verticale in modo che la feccia vada verso il tappo dove si addenseranno.
Il vino fatto in casa è pronto.
In alto i calici e brindiamo al vino fai da te senza solfiti e naturale al cento per cento.
Se ciò che desiderate è produrre elevate quantità di vino da vendere al pubblico e aprire così una cantina in proprio, potrebbe interessarvi l’articolo come aprire un’azienda vitivinicola.