Tra gli insetti che troviamo in casa, le tarme rappresentano una realtà conclamata ormai da secoli. La famiglia delle tarme è così diversificata che le troviamo in diversi ambienti domestici. Dalle tarme del legno (presenti negli armadi e in camera da letto), fino alle tarme del cibo (presenti nella dispensa della cucina), non mancano poi le tarme della lana.
Vedere maglioni, cappotti e vestiti di lana con qualche buchetto non è affatto piacevole, ma prima di capire come proteggere la lana dalle tarme cerchiamo di conoscere meglio questi insetti che troviamo in casa.
Tarme della lana
Questi piccoli insetti alati appartengono alla famiglia Tineidae, le tarme della lana sono così chiamate perché si nutrono di tessuti come seta, cotone e lana. Questi insetti si rifugiano nei cassetti e negli armadi e prosperano mangiando i vestiti conservati.
Le specie più comuni che rinveniamo negli armadi e nei cassetti di molte famiglie italiane sono:
- Tineola bisselliella o tignola dei crini
- Tinea pellionella o tignola delle pellicce.
- Trichophaga tapetzella o tignola dei tappeti.
Tutte le specie appena elencate si nutrono di lana, cotone, seta e altri tessuti naturali. Si vedono a occhio nudo? Sì, la forma adulta è sempre visibile a occhio nudo. La tignola delle pellicce rappresenta la tarma della lana più piccola ma misura da 0,3 a 0,6 cm, quindi perfettamente visibile a occhio nudo.
A rappresentare un pericolo per i nostri abiti, in realtà , non sono le tarme adulte ma il bruco (la larva che schiude dall’uovo). Bisognerà proteggere la lana dalle larve delle tarme. Parliamo di bruco o larva perché le tarme sono delle vere e proprio farfalline. L’adulto, mostrato nella foto in basso, ha l’aspetto di una piccola farfalla tanto che le tarme della lana sono spesso chiamate farfalline dei vestiti o farfalline degli armadi.
La buona prevenzione è essenziale per proteggere la lana dalle tarme. Se la lana va conservata in un ambiente già infestato, è opportuno eseguire questi trattamenti preliminari:
- Pulizia accurata di tutte le superfici, compresi battiscopa
- Lavaggio, ad alte temperature, di ogni capo potenzialmente infestato
- Deumidificazione degli ambienti
- Arieggiamento degli ambienti
- Uso di prodotti antitarma se l’infestazione è già in corso
- Conservare maglioni e cappotti di lana sigillati sottovuoto
Tali rimedi sono necessari per proteggere la lana in ambiente già potenzialmente contaminato.
Ciclo di vita delle tarme
Le uova vengono depositate tra i vestiti, così, al momento della schiusa, le larve hanno una grande abbondanza di cibo. Dalle uova escono le larve che, nutrendosi mutano dapprima in pupe e poi in adulti. Come premesso, sono le larve a costituire il pericolo per lana, cotone e altri tessuti, gli adulti non si nutrono ma si limitano a riprodursi, deporre nuove uova e lasciarsi morire.
Mentre le altre farfalle sono attratte dalla luce, le tarme della lana ne sono infastidite: preferiscono luoghi bui, quindi gli armadi e i cassetti costituiscono l’habitat perfetto.
Le uova si vedono a occhio nudo?
Chi ha un’ottima vista può notarle ma dato le scarse dimensioni, quando si tratta di lana, queste si confondono tra le fibre tessili. Le uova, infatti, sono molto piccole e generalmente lunghe meno di 1 mm. Se lo scopo è quello di trovare le uova di tarme, sarebbe opportuno dotarsi di una lente di ingrandimento.
Le uova si attaccano alle fibre tessili mediante una sostanza che le ricopre, tale sostanza è giallognola e fa da collante. Quanto vivono le larve? In un ciclo di vita ottimale, lo stadio larvale dura circa 6 settimane, tuttavia in condizioni non ideali lo stadio larvale può protrarsi fino a due anni.
Le larve, prima di diventare adulte, si formano un bozzolo dove accrescono le loro dimensioni e mutano in tignola (la forma adulta), pronta ad accoppiarsi e iniziare un nuovo ciclo di vita.
Come proteggere la lana dalle tarme
Per proteggere la lana dalle tarme sarebbe opportuno intervenire a monte, cioè conservare la lana in luoghi già disinfestati e privi di tarme. Chi ne ha la possibilità , dovrebbe conservare la lana sottovuoto.
E’ possibile usare antitarme per abiti da inserire tra la lana e adoperare le strategie migliori per proteggere la lana dalle tarme. Cosa fare?
- Le tarme della lana odiano la luce, mantenere gli armadi aperti ed esporli alla luce potrebbe essere una buona strategia per limitare i danni.
- L’umidità consente alle tarme della lana di prosperare, l’impiego di un deumidificatore, soprattutto negli armadi più ampi, può essere una buona soluzione.
- Arieggiare cabine e luoghi in cui sarà conservata la lana.
- Pulire le zone in cui s’intende conservare la lana.
- Passare l’aspirapolvere su tutte le superfici che entreranno in contatto con la lana da proteggere.
- Lavare eventuali vestiti già infestati dalla tarme.
Per proteggere la lana dalle tarme, invece, non sono consigliati i trattamenti termici. Il calore intenso (sopra i 50 °C) o il freddo intento (-2 °C), finiscono per infeltrire la lana pertanto sono sconsigliati. I trattamenti termici sono consigliati per eliminare le tarme dei vestiti ma non quando si tratta di tessuti delicati e lana, inoltre le larve e gli adulti muoiono a temperature inferiori dello zero mentre le uova resistono fino a -23°C.
Per la lana dei cuscini: spazzolare con vigore e tenere la lana al sole. Anche le trappole per le tarme dei vestiti risultano efficaci.
Antitarme per abiti
I prodotti antitarme in bustine o palline sono a base di naftalene o di sostanze chimiche più recenti come il diclorobenzene. Si tratta di solidi in grado di sublimare (trasformarsi in gas) e permeare nei tessuti dove riescono a eliminare le tarme della lana.
Tra i prodotti naturali vi è la canfora e l’olio essenziale di cedro della Virginia. Non mancano antitarme da diffondere in forma spray, in questo caso si tratta di sostanze come piretrinoidi e permetrina, che esercitano una certa tossicità .
Per una maggiore prudenza, chi intende proteggere la lana dalle tarme a seguito del trattamento antitarme dovrebbe assicurarsi di lavare la matassa o il tessuto prima dell’uso. Naftalene, diclorobenzene, piretrinoidi (come la deltametrica) o composti della famiglia delle permetrine, sono sostanze chimiche tossiche per l’uomo e per l’ambiente. La gran parte di questi prodotti si applicano con un diffusore spray, altri invece si volatizzano e sono in forma di bustine o palline (come il naftalene o naftalina).
La naftalina è definita dal Ministero della Salute come sostanza cancerogena di categoria 3 «da considerare con sospetto per i possibili effetti cancerogeni nell’uomo […]», la naftalina è classificata inoltre come “Altamente tossica per gli organismi acquatici“. In effetti tutti i prodotti per eliminare le tarme della lana hanno effetti indesiderati sull’uomo e sull’ambiente, ecco perché segnaliamo anche dei rimedi naturali.
Rimedi naturali per proteggere la lana dalle tarme
Oltre la canfora e l’olio di cedro rosso orientale, vi sono altri rimedi naturali da sfruttare per proteggere la lana dalle tarme. Un buon repellente è la lavanda. Un potpourri a base di fiori secchi di lavanda riposto in cassetti e armadi dove andrà conservata la lana, può funzionare da repellente.
La lotta biologica si effettua con dei parassitoidi (trichogramma evanescens) che depongono le uova nel corpo delle tarme adulte. Una volta schiusi, i parassitoidi uccidono le tarme.