Riscaldamento a pellet: conviene? Come funziona? Quali sono i pro e i contro?
Negli ultimi anni si è parlato con sempre maggiore insistenza del riscaldamento a pellet, con stufe a pellet, termosifoni e altri impianti. In alcune zone d’Italia, questo particolare sistema di riscaldamento di acqua e aria ha trovato una favorevole diffusione ma… siamo sicuri che funzioni davvero con efficienza e che convenga al nostro portafoglio?
Cerchiamo di scoprirlo con questo nostro approfondimento: tutto quello che devi sapere sul riscaldamento a pellet!
Riscaldamento a pellet: come funziona?
Partiamo dalle basi. Quando si parla di riscaldamento a pellet intendiamo l’utilizzo di particolari termostufe a pellet, stufe a pellet o caldaie a pellet. Al di là delle differenze tecniche che sussistono tra i vari impianti, il combustibile che viene utilizzato è il pellet, che si ricava dalla lavorazione del legno: si tratta di una segatura, essiccata e pressata insieme alla lignina, al fine di ottenere quei piccoli e compatti cilindretti che probabilmente hai visto spesso in commercio.
Così realizzato, il pellet è un combustibile ecologico, impiegabile all’interno di ambienti domestici con un buon livello di efficienza: rispetto alla legna, infatti, permette di raggiungere un rendimento del 90% superiore.
Riscaldamento a pellet conviene?
Ma conviene il riscaldamento a pellet? Le motivazioni che negli ultimi anni hanno indotto sempre più persone a optare per le stufe a pellet sono numerose, e legate al fatto che si riesce a trovare il giusto mix tra il preservare l’ambiente dall’inquinamento (il pellet è ecologico, come abbiamo detto) e l’ottenimento di una buona resa energetica.
Fermi restano i pro e i contro di cui diremo, a nostro giudizio non sempre la scelta di una stufa a pellet è la più conveniente!
Per esempio, potrebbe essere il caso di optare per una stufa a legna se si ha la possibilità di usufruire di una canna fumaria adeguata, considerato che le stufe a legna rispetto alle stufe a pellet consumano di meno, hanno maggiore autonomia, inquinano l’aria di meno e richiedono costi inferiori, anche di stoccaggio.
Se poi amate la fiamma viva, niente di meglio che un buon caminetto, soprattutto quelli di recente produzione, che integrata a un sistema di riscaldamento a basso consumo (come quello fotovoltaico) potrà rendere la tua casa efficiente, economica e gradevole.
Riscaldamento a pellet: pro e contro
Naturalmente, il fatto che il riscaldamento a pellet abbia tanti vantaggi (economici ed ecologici) non deve far sottovalutare quali siano i contro di questo sistema di condizionamento dell’aria, che per esempio richiede uno sforzo iniziale, in termini di investimento, abbastanza considerevole.
Inoltre, non ti sfuggirà che le stufe a pellet hanno delle dimensioni particolarmente ragguardevoli e, soprattutto per quanto concerne quelle che producono anche acqua calda sanitaria, possono presentare una struttura particolarmente ingombrante.
Ancora, molto spesso l’installazione di una stufa a pellet richiede una modifica strutturale dell’ambiente in cui viene posizionata. Il fumo prodotto dal pellet deve infatti essere espulso attraverso un tiraggio forzato, e dunque sarebbe preferibile utilizzare un condotto esterno per poter consentire la sua evacuazione. L’ideale sarebbe, ove possibile, installare una canna fumaria che raggiunga la sommità dell’abitazione.
Vero è – a titolo di pro – che la scelta del pellet potrebbe essere ideale se non hai la possibilità di realizzare una canna fumaria di dimensioni significative. Per la stufa a pellet è infatti sufficiente un tubo per l’emissione dei fumi di 80/100 mm di diametro, purché il più verticale possibile, impedendo così che il sistema rilasci residui più o meno consistenti a seconda della qualità del pellet.
Ulteriore disagio delle stufe a pellet consiste nel dover sempre avere a disposizione del combustibile utile, considerato che le caldaie hanno una capienza limitata e devono dunque essere riempite con frequenza. Vanno anche spesso pulite dai depositi, che a volte raggiungono consistenze particolarmente corpose.
Riscaldamento a pellet vietato?
Negli ultimi tempi si è diffusa la credenza che il riscaldamento a pellet fosse diventato improvvisamente vietato. Ma è realmente così?
Le cose non stanno ovviamente in modo così netto e drastico. È tuttavia vero che la nuova disciplina dei generatori di calore a biomassa ha previsto che dallo scorso 1 ottobre 2018 se si acquista un impianto di questa classe e lo si desidera installare, lo stesso debba avere almeno 3 stelle di classe emissiva.
Una normativa diffusa in diverse regioni italiane (come il Piemonte o l’Emilia Romagna – ti invitiamo a controllare che cosa sta avvenendo nella tua!), che introduce restrizioni di utilizzo e di installazione nell’ottica del contenimento delle emissioni in atmosfera e di miglioramento della qualità dell’aria.
Si tenga anche conto che le stesse regioni interessate da tale nuova normativa hanno dato mandato alle autorità competenti di compiere accertamenti e ispezioni in materia di impianti termici civili, incrementando i controlli sugli impianti di combustione e aggiornando le informazioni presenti nel catasto degli impianti termici. A quanto sopra si può poi aggiungere il divieto di usare pellet non certificato.
A ciò si aggiunga anche che novità sembrano arrivare dal mese di ottobre 2019, quando le restrizioni diventeranno ancora più stringenti. Dal 1 del mese, infatti, chi vuole installare un nuovo generatore di calore biomasse dovrà assicurarsi che abbia almeno 4 stelle: se lo si possiede già e si vuole continuare ad usarlo, bisognerà assicurare che le emissioni rientrino almeno nelle 3 stelle.
Ma come si verificano le emissioni? È abbastanza semplice. Il modo più pratico è quello di guardare il certificato e, se non lo si trova, si può pur sempre domandare al venditore o verificare sul sito internet del costruttore. In caso contrario, si può pur sempre verificare le caratteristiche tecniche, osservando i parametri relativi al Co e al rendimento tecnico.