Se alla domanda “come sapere se funziona la caldaia” rispondete “è sufficiente controllare se dal rubinetto esce anche acqua calda”, probabilmente avete un atteggiamento un po’ superficiale nei confronti di un importantissimo elemento di miglioramento del comfort abitativo, che meriterebbe invece una cura e una manutenzione ordinaria periodica, al fine di non pregiudicare il suo buon funzionamento (e la salute del vostro portafoglio!).
Come abbiamo già avuto modo di rammentare nel corso dei nostri precedenti approfondimenti dedicati alla caldaia, il corretto funzionamento di questo impianto di riscaldamento domestico non è importante solamente perché incide positivamente sul comfort domestico, quanto anche sulla sicurezza dell’abitazione: una caldaia malfunzionante può infatti determinare una possibile fuoriuscita di gas, con tutto ciò che ne consegue.
Inoltre, una caldaia malfunzionante potrebbe essere altresì una caldaia che sta impiegando più energia rispetto a quella che dovrebbe effettivamente assorbire, dando pertanto seguito a un consumo eccessivo sul normale.
Insomma, meglio spendere qualche minuto del vostro tempo e cercare di comprendere se la caldaia funziona o meno correttamente. E, anche se in realtà la verifica dovrebbe essere effettuata da un vostro tecnico di fiducia, niente vi vieta che saperne un po’ di più!
La prima cosa che vi consigliamo di fare è quella di verificare i termosifoni collegati alla caldaia. Cercate di controllare i tubi aprendo la valvola del termosifone (abbiate a portata di mano un secchio e degli stracci, poiché uscirà dell’acqua!). Cercate di controllare se il procedimento porta a perdite di liquido o anche di aria, le cui bolle potrebbero infatti interferire con il corretto funzionamento dell’impianto. Ripetete la procedura fino a quando le bolle d’aria non sono “sfiatate”, su tutti i termosifoni, e avrete un impianto di riscaldamento pienamente funzionante.
Una volta che vi siete accertati che tutti i termosifoni rispondono correttamente agli impulsi, dovreste fare la stessa cosa con l’acqua calda sanitaria e, dunque, testare ogni rubinetto. Cercate di fare questa operazione con un parente o con un amico, visto e considerato che uno di voi dovrà agire sui rubinetti, e l’altro dovrà stare davanti alla caldaia.
Aprite dunque l’acqua calda di un rubinetto e controllate se la caldaia si attiva o meno immediatamente e regolarmente. Controllate anche se la caldaia accende la fiamma all’istante o meno. Nel secondo caso, date uno sguardo al manometro posto fra i comandi, tenendo conto che la pressione standard che viene utilizzata per la caldaia è di 1,5 bar, e in caso di pressione bassa potrebbe essere opportuno aprire la manopola della pressione per qualche secondo per poterla riportare al valore giusto.
Fatto ciò, bisognerà altresì verificare se l’accensione della sola acqua calda sanitaria sia regolare. Potete regolare la potenza di erogazione attraverso l’interruttore che la indirizza in proporzioni diverse: qui, però, molto dipende dal tipo di impianto che avete installato nella vostra abitazione. Fatevi pertanto aiutare da un termoidraulico o da un amico sufficientemente esperto. Potrebbe infatti essere necessario un incremento di potenza di erogazione sui rubinetti rispetto ai termosifoni, o viceversa.
Come intuibile, se al termine di queste basilari operazioni di verifica e di manutenzione del corretto funzionamento della caldaia non riuscite a risolvere i problemi riscontrati, o avete dei dubbi su qualcosa, il nostro consiglio non può che essere quello di consultare immediatamente un buon termoidraulico che possa effettuare una completa ispezione del vostro impianto e, se ne ricorrono i casi e i requisiti, procedere alla sua certificazione o attestazione di manutenzione.
Il calcolo dei consumi di una caldaia è un’operazione molto importante per poter stimare correttamente quale sarà l’assorbimento energetico di uno degli impianti più essenziali della vostra abitazione, utilizzabile per riscaldare l’acqua calda sanitaria e i termosifoni, attraverso la disponibilità di un piccolo serbatoio che gli permetterà di riscaldare i liquidi mediante combustibile del gas naturale, o metano. Nel momento in cui l’acqua raggiunge la temperatura che viene impostata sul termostata, la caldaia potrà essere utilizzata, ed erogherà il liquido nei rubinetti o ai termosifoni.
Chiarito ciò, ricordiamo come di norma la potenza di una caldaia – elemento in grado di influenzare i consumi dell’impianto – sia espressa in kW termici: una caldaia a 24 kW, ad esempio, identifica una caldaia domestica che a pieno regime avrà una potenza pari a 24 kW. Ne deriva che questa potenza è il consumo per un’ora di utilizzo a pieno regime: calcolare il consumo della caldaia nel caso in cui sia sempre e costantemente attiva è dunque piuttosto semplice, no?
In realtà, così non è: raramente le caldaie a gas stanno accese per tutto il tempo, e non necessariamente stanno accese alla massima potenza, con la conseguenza che il consumo termico è in genere molto inferiore. Cosa fare, allora?
Molto semplicemente, il nostro consiglio per poter conteggiare i consumi di una caldaia è quello di misurare direttamente il gas consumato che – peraltro – è anche molto più facile da misurare. Sarà sufficiente leggere i mc consumati sul contatore del gas, posto che nel frattempo il gas non sia stato utilizzato anche per altri scopi.
Fatto ciò, vi sarà sufficiente “tradurre” i mc di gas consumati in energia termica fornita (di norma, poco meno di 10 kWh) effettuando una semplice operazione aritmetica, e ricordandovi che il rendimento di una caldaia a gas non sarà mai del 100%, ma di circa l’85% – 90% (una parte dell’energia è infatti dispersa con i fumi).