Gli antibiotici possono salvare la vita, ma sempre più spesso capita che non facciano effetto. Il perché è presto detto: alcuni batteri che dovrebbero essere eliminati hanno invece sviluppato una resistenza che li rende immuni alla cura.
L’antibiotico è un farmaco in grado di uccidere immediatamente un batterio o di impedirne la duplicazione e di inibirne la crescita. Dunque, un’arma fondamentale per combattere molte infezioni (insieme ai vaccini, gli antibiotici sono certamente stati i medicinali che hanno salvato più vite). Arma, però, totalmente spuntata nel caso in cui le patologie siano di origine virale, causate cioè da virus.
Sta suscitando fermento nel mondo scientifico, la creazione di un nuovo super-antibiotico, la Teixobactina, una molecola in grado di sconfiggere anche i batteri ultraresistenti. Intelligenti, abilissimi, resistenti alle terapie: i super batteri sono una delle bestie nere degli scienziati, costantemente alla ricerca di strategie per limitarne la proliferazione.
Pubblicato su Nature, una delle più importanti riviste scientifiche al mondo, dal team di Kim Lewis della Northeastern University di Boston, questo studio che ha sperimentato oltre 10.000 composti, ha quindi identificato proprio nella Teixobactina, il super-antibiotico capace di combattere con efficacia batteri temibili e iper-resistenti come Clostridium difficile, Mycobacterium tubercolosis e Staphylococcus aureus.
Il suo meccanismo d’azione, sembrerebbe localizzarsi nella distruzione della parete cellulare con una significatività e specificità tale da rendere molto difficile la sopravvivenza dei batteri stessi.
Riverberato nell’ospite umano, questo significherebbe, un improbabile sviluppo di farmacoresistenza, la quale ad oggi costituisce la situazione più temibile nel mondo industrializzato, anche a causa dell’altissimo ed errato utilizzo degli antibiotici nella popolazione generale e negli animali destinati al consumo alimentare.
Forse in futuro i batteri riusciranno a difendersi anche da questo antibiotico, ma sembrerebbe – rispetto ai dati preliminari – molto difficile che questo accada nei prossimi 30 anni.
Una notizia eccellente in un momento così difficile, nella lotta contro le infezioni batteriche resistenti, che ogni anno causa milioni di vittime e che solo la ricerca scientifica potrà in futuro contrastare.