Capita a tutti di sentirsi arrabbiati senza che vi sia un motivo apparente . Per alcuni i cambiamenti repentini d’umore rappresentano un tratto della personalità e spesso viene loro attribuito un carattere lunatico e irascibile. Se però la rabbia si manifesta in un soggetto tendenzialmente calmo e di intensità superiore rispetto al motivo che potrebbe averla scatenata, è possibile vi sia la presenza di uno squilibrio nella produzione ormonale.
Gli ormoni, sono sostanze chimiche molto importanti per corretto il funzionamento del nostro organismo, e vengono secreti dalle ghiandole attraverso un complesso meccanismo di feedback che in pratica comunica ad ogni ghiandola quando è necessario aumentarne il rilascio e al contrario quando è bene interromperlo. Il cervello interagisce continuamente con ogni ghiandola e ’comunica’ con loro grazie ad alcuni neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina , la norepinefrina ed altri.
Questo ci fa capire quanto la produzione e i livelli di ormoni circolanti siano direttamente influenzati dall’attività cerebrale e viceversa. Di conseguenza qualsiasi anomalia interferisca con questo delicato processo, può determinare una serie di disturbi, tra i quali alcuni collegati alla sfera emozionale.
Anche se non se ne parla spesso, gli ormoni svolgono un ruolo importante nella regolazione dell’umore , per questo ad esempio durante i giorni che precedono il ciclo mestruale è frequente sentirsi più nervose o avvertire un senso di fame incolmabile. La rabbia, l’ansia e la depressione sono le sensazioni che maggiormente lamentano coloro che soffrono di disturbi ormonali o neurochimici. In questo articolo vogliamo concentrare l’attenzione sui potenziali squilibri che causano la rabbia ormonale e come intervenire per bilanciarli.
Il progesterone esercita un’azione opposta sull’umore, rispetto agli estrogeni. I neuroscienziati lo definiscono ’inibitore’ – un modo carino per descriverlo come un ormone che ’rallenta’ il cervello al contrario degli estrogeni che invece lo ’eccitano’. Se vi è uno squilibrio tra questi due ormoni, ossia quando la produzione di estrogeni non viene inibita dal progesterone, siamo maggiomente inclini alla rabbia e al’impulsività. La carenza di progesterone determina difficoltà ad addormentarsi e impossibilità a raggiungere un sonno ristoratore.
Gli estrogeni sono i principali ormoni sessuali femminili e tra le molte azioni che svolgono, stimolano il cervello alla produzione di beta-endorfine e di serotonina, sostanze che hanno un’ importanza vitale sul tono dell’umore.
Inoltre gli estrogeni contribuiscono a bilanciare i livelli di dopamina e noradrenalina, la cui carenza determina difficoltà di concentrazione, perdita d’interessi e diminuzione dell’energia psichica. Una riduzione dei livelli di estrogeni causa, tra l’altro, una maggior inclinazione alle esplosioni di rabbia e può condurre a stress e stati ansiosi.
Mentre l’ eccesso di testosterone è associato ad una maggior aggressività, la carenza di questo ormone può contribuire a determinare la sindrome dell’uomo irritabile , di cui poco si parla. Tale condizione e dovuta in parte anche alla stretta correlazione presente tra il testosterone e l’aumento del cortisolo, l’ormone dello stress.
I comportamenti che ne derivano comprendono la rabbia, la frustrazione, la tristezza, il sarcasmo, la depressione, l’insoddisfazione, l’ostilità, l’ansia e la diminuzione del desiderio sessuale.
L’ipotiroidismo è una condizione clinica che determina una diminuita produzione degli ormoni tiroidei . Mentre nell’ipertiroidismo la produzione di tali ormoni aumenta e causa ansia, irritabilità e sbalzi d’umore, nell’ipotiroidismo possimo trovarci davanti a sintomi depressivi, difficoltà memnotiche e sensazione di confusione mentale.
Come accennato precedentemente il cortisolo è definito come l’ormone dello stress. Un aumento del cortisolo circolante non solo causa irritabilità e instabilità di umore, ma contribuisce all’aumento di peso soprattutto nel girovita. Questo accade perchè questo ormone stimola la conversione della glicemia in grasso, che va poi a depositarsi nei punti critici.