“Se non sei vegano, il prezzo da pagare è l’inferno“. Per Wickersham il prezzo da pagare sono stati 800 punti di sutura. Il pescatore è stato aggredito da uno squalo e per la PeTA è stato giusto così.
La Peta prima attacca Lady Gaga, poi lancia uno spot hot, annuncia un sito porno e oggi inizia una campagna di terrorismo che suona più o meno così “Il Prezzo da Pagare è l’Inferno. Diventa Vegano“. Non starà esagerando?
Pochi giorni fa, a largo delle coste americane, un pescatore subacqueo è stato attaccato da uno squalo toro. E’ così che nasce la campagna provocatoria della PeTA. Nella locandina si vede uno squalo che tiene tra le fauci una gamba umana. La scritta è eloquente “Payback is Hell. Go Vegan“. Il manifesto sembra quasi alludere ad un senso di giustizia. Forse per la PeTA il pescatore meritava di essere aggredito dallo squalo.
La vittima dell’attacco si chiama CJ Wickersham, era sott’acqua quando uno squalo toro gli ha azzannato la gamba provocandogli una ferita che parte dal femore. Per tamponare la ferita ci sono voluti circa 800 punti di sutura. La PeTA spera di prendere l’esperienza di Wickersham e di porla come esempio per tutti i predatori umani. Il portavoce PeTA, Ashley Byrne, commenta così l’accaduto:
“Siamo contenti che il signor Wickersham se la sia cavata ma noi speriamo che questa esperienza terribilmente dolorosa possa mostrare il terrore e il dolore che i pesci provano quando vengono impalati e soffocati a morte dai pescatori. Forse così si prenderà in considerazione un passatempo differente”
Per ora la campagna PeTA sta riscontrando solo pareri negativi. E’ stato definito offensivo e Bill Goldshmitt, pescatore della Florida, ha dichiarato che se mai dovesse vedere in giro quei cartelloni, li farà bruciare.
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