Le battaglie tra taglialegna e indigeni vanno avanti da molto tempo, sono vere e proprie guerriglie per il territorio. Assalti notturni, agguati e popolazioni indigene costrette a spostarsi da un luogo all’altro e cambiare costantemente accampamento. Non si tratta di uno scenario storico ma è ciò che avviene oggi in Brasile, nel villaggio di Zutiwa, Terra Araribóia del Maranhão.
I taglialegna, pagati dalle multinazionali, per svolgere il loro lavoro arrivano a perseguitare il popolo Guajajara del villaggio di Zutiwa. Non solo mettono alle corde un’intera tribù ma favoriscono il fenomeno del disboscamento. I taglialegna cacciano gli indigeni mediante agguati, durante il 2011, le popolazioni locali sono state attaccate dai taglialegna mentre raccoglievano il mile nella Terra Indigena Arariboia.
Il capo tribù del popolo di Guajajara ha segnalato più volte la presenza dei taglialegna abusivi ma nessun provvedimento è stato preso. Luis Carlos è uno del villaggio indigeno di Patzal, a circa 20 chilometri dal villaggio di Zutiwa. Il villaggio di Patzal si trova nella medesima situazione e oltre il 30% del territorio dell atribù è già andato distrutto.
«Non pssiamo camminare liberamente nel bosco che ci appartiene, perché sono lì, abbattendo gli alberi e minacciandoci» Inoltre i taglialegna sono interessati ad una zona abitata dagli indigeni Awà. «In quest’area ci sono degli Awá e i disboscatori stanno facendo molta pressione su di loro. La presenza dei taglialegna è molto pericolosa. Gli indios sono terrorizzati».
Il fatto più tragico è avvenuto con il ritrovamento di un corpo: il cadavere di un bambino carbonizzato. Le organizzazioni non governative stanno facendo pressioni affinché i taglialegna abusivi lascino la zona. Lo scorso settembre c’è stato un’invasione brutale da parte dei taglialegna, secondo le dichirazioni raccolte dalle organizzazioni, un uomo stava cacciando nella foresta quanto dei taglialegna lo hanno legato, bendato, picchiato con violenza e tentato di decapitarlo e quando la moglie e i figli del cacciatore sono andate a fornire aiuto, i taglialegna hanno sparato. Due taglialegna sono stati arrestati ma le rappresaglie non finiscono. Rosimeire Diniz, coordinatrice del Conselho indigenista missionario del Maranhão,è molto preoccupata:
«La situazione è denunciata da molto tempo. La presenza di questi gruppi di taglialegna è diventata frequente e mette in pericolo le popolazioni indigene isolate. Nessuna misura concreta è stata adottate per proteggere questi popoli. La situazione è estremamente grave e non si può continuare ad assistere a situazioni di violenza riportate dagli indigeni».
Per le popolazioni locali è sempre più difficile trovare selvaggina da cacciare. Le tribù devono essere protette. Il ritrovamento del cadavere bruciato di un bambino è un segnale di ulteriore brutalità. L’invasione dei taglialegna deve essere fermata. L’Organizzazione Survival sta facendo il possibile e cerca nuovi volontari. Per vedere come aderire, leggi tutto sul sito ufficiale.