Sappiamo che le trivellazioni su territorio italiano potrebbero indurre un certo rischio sismico ma questo… Oggi ospiteremo l’approfondimento scritto da Gianni Lannes riportando integralmente il suo punto di vista e i suoi riferimenti.
Una cosa è certa: di questi tempi i terremoti che attanagliano l’Italia sono provocati artificialmente dalle Forze Armate degli Stati Uniti d’America. Nella disattenzione generale stanno militarizzando definitivamente il territorio della Penisola. Siamo vittime più o meno inconsapevoli di un esperimento sulla nostra vita, mentre i diritti civili si vanno assottigliando sempre più in tutto l’Occidente.
Comunque, siamo alla farsa nello Stato delle banane. Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, minaccia chi dissente pacificamente. Anzi, lui non ha dubbi: «Denunceremo chi crea allarme» (Il Corriere della Sera, 23 giugno 2013). Bravo, bene, bis. E allora, si porti in tribunale per primo, tanto per dare il buon esempio, chi, il 12 aprile scorso, a Lucca, nel corso del festival del volontariato, tra l’altro, ha pubblicamente dichiarato, senza mai smentire né ritrattare (a tutt’oggi):
«È dal terremoto dell’Irpinia – ricorda il prefetto Gabrielli – che l’Italia non vive un altro fenomeno di quella portata. Il nostro paese è inevitabilmente soggetto ad un altro importante terremoto. Non sapremo quando succederà, né come, né dove, ma sappiamo che succederà…».
La cronaca puntuale dell’autorevole quotidiano Il Tirreno, esattamente l’indomani (13 aprile 2013) ha attribuito questa espressione appunto a Gabrielli Franco, già numero uno del Sisde e dell’Aise. Che si tratti di un caso di omonimia? In quell’occasione l’indaffarato ex capo dei servizi segreti civili ha trovato pure il tempo per polemizzare con chi ne capisce senz’altro più di lui in materia, vale a dire con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ecco, infatti la puntuale cronaca del giornale Il Tirreno (13 aprile 2013): «L’Ingv avrebbe fatto meglio a tacere. La Protezione civile e l’Istituto di geofisica e vulcanologia si sono già chiariti. Ma comunque il presidente Gresta avrebbe fatto meglio a non fare quelle dichiarazioni… La Protezione civile e l’Istituto di geofisica e vulcanologia si sono già chiariti. Ma comunque il presidente Gresta avrebbe fatto meglio a non fare quelle dichiarazioni».
È tranchant la risposta di Franco Gabrielli, capo della Protezione civile a Lucca per il Festival del volontariato, dopo il mea culpa del numero uno dell’Ingv sull’allarme terremoto in Garfagnana. Gresta aveva infatti chiamato in causa anche la Protezione civile, che avrebbe inoltrato ai sindaci il bollettino dei geologi “tale e quale”, senza “digerirlo”. «In ogni caso – continua il capo della Protezione civile – la cosa più grave è che in quell’occasione è stato fatto passare il messaggio che il terremoto sia prevedibile, mentre non è così». Gabrielli ha poi ricordato che fu lui a prendersi la responsabilità di togliere l’emergenza. «E al giorno d’oggi – ha concluso – è sicuramente più difficile togliere le emergenze che emanare il decreto per istituirle». Magari, adesso un ex poliziotto vanta pure conoscenza in sismologia. In caso di amnesia per Gabrielli c’è una registrazione audio del suo discorso. Non si sa mai!
Uno Stato che minaccia il dissenso critico è uno Stato debole. Poi se Gabrielli ed il governo fantoccio dell’ammucchiata presieduta da Enrico Letta (affiliato all’organizzazione terroristica Bilderberg & Trilateral Commission) ci tengono a denunciare qualcuno potrebbero partire dai governi Berlusconi & Monti. E portare in tribunale anche gli esperti, a cominciare da Alessandro Martelli, direttore del Centro Ricerche Enea di Bologna. L’ingegnere , infatti, l’anno scorso ha dichiarato in audizione parlamentare presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati: «Terremoto al Sud distruttivo di magnitudo 7.5 della scala Richter, entro due anni». L’Enea è l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente: non si tratta esattamente di una succursale del mago Otelma.
Altro che complotti: piedi per terra. I sismologi l’anno scorso avevano insistito: ci sono il 70 per cento di probabilità che nel giro di due anni si verifichi un terremoto distruttivo, maggiore di 5,6, nell’Italia meridionale, da metà Campania in giù. Su questo sfondo va inserita l’audizione, il 13 settembre 2012, di Alessandro Martelli e di altri esperti in materia di terremoti e costruzioni alla Commissione Ambiente della Camera. E’ emerso che il 70 per cento degli edifici italiani rischia di venir giù a causa di un terremoto: prima o poi, domani o chissà quando.
Martelli ha parlato delle nuove teorie probabilistiche a proposito dei terremoti prossimi venturi. Finora ci si è sempre basati sulle serie storiche, sull’intensità e sulla frequenza dei terremoti verificatisi in passato in un dato territorio. A questo Martelli propone con convinzione di affiancare altri criteri sviluppati da esperti internazionali. Che cosa fanno questi sismologi? È come se qualcuno si misurasse di continuo la temperatura corporea. Si registrano fluttuazioni normali e, a un dato punto, arriva un picco strano. Bisogna analizzare se questo picco strano è un raffreddore o una polmonite. In pratica in base all’elaborazione e all’analisi dei terremoti di piccola entità determinano se c’è da temere un “big one” nel prossimo futuro oppure no. Anche in questo ambito ci sono, diciamo, varie scuole di pensiero.
Martelli ha riferito che dal primo gennaio 2012, secondo queste elaborazioni, risulta il 70 per cento di probabilità che nei prossimi due anni si verifichi un forte terremoto nell’Italia meridionale. Dove? E’ interessata per la scuola italiana, l’area dalla Campania in giù e, per la scuola russa, una regione concentrata tra la Calabria meridionale e la Sicilia orientale. La “scuola italiana” parla di un sisma di magnitudo maggiore a 5,6, e ha confermato il rischio il primo settembre. La “scuola russa” parla di una magnitudo compresa fra 7,5 e 7,9, e ha confermato il rischio il primo luglio 2013.
Martelli ha sollevato il problema dei numerosi impianti chimici e petrolchimici nell’Italia meridionale: se il rischio terremoto sollevato dagli esperti dovesse mai trovare conferma, essi potrebbero provocare danni molto più gravi rispetto al “semplice” crollo degli edifici.
Gli onorevoli strapagati dal contribuente della sedicesima legislatura hanno preso atto. Quelli della diciassettesima non si sa. Non risulta che finora abbiano mosso un dito. Vi rimando al verbale della seduta della VII Commissione della Camera svoltasi il 13 settembre 2012 per tutti i dettagli (Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza sismica in Italia), o meglio, insicurezza sismica.
Allarmismo di Stato – Il vocabolario della lingua italiana Zingarelli così definisce l’allarmismo: «Tendenza ad allarmarsi o ad allarmare. Stato di allarme provocato dalla diffusione di notizie e previsioni preoccupanti». Se le parole hanno ancora un senso ed un significato sotto questa dittatura per conto terzi.
Allora, dal sito online della Protezione Civile si apprende l’esistenza di ben due gare d’appalto della serie “gestione delle emergenze”, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. «24 gennaio 2013. Consip SpA ha indetto una gara per la prestazione del servizio di trasporto di materiali di Protezione Civile. La gara non è suddivisa in lotti. L’importo massimo è pari a 3.000.000,00 (tremilioni/00) IVA esclusa. La durata dell’appalto è di 36 mesi dalla data di stipula del Contratto. Il criterio di aggiudicazione è il seguente: “Prezzo più basso”. Data Pubblicazione: 10 dicembre 2012. Data scadenza: 4 febbraio 2013. Altra sede di gara: Consip SpA a socio unico – Via Isonzo, 19/E – 00198 – Roma (RM) Durata appalto: 36 mesi».
E più recentemente: «Gara Consip, per conto del Dipartimento della Protezione Civile, suddivisa in tre Lotti, per la conclusione di un Accordo Quadro per la fornitura, il trasporto ed il montaggio di Soluzioni Abitative in Emergenza ed i servizi ad esse connessi. 5 maggio 2013. Consip SpA ha indetto una Gara, per conto del Dipartimento della Protezione Civile, suddivisa in tre Lotti, per la conclusione di un Accordo Quadro ex art. 59 del D.Lgs. n. 163/2006 per la fornitura, il trasporto ed il montaggio di Soluzioni Abitative in Emergenza ed i servizi ad esse connessi. Il bando di gara è stato pubblicato il 10 aprile 2013 e il termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione è fissato alle ore 12.00 del 10 giugno 2013».
Emergenza infinita – Una circostanza o un’eventualità imprevista se diventa lo stratagemma per violare le normative vigenti e sperperare denaro pubblico ha un rilievo penale? La deroga alle leggi è lo sport preferito dalla Protezione in-Civile tricolore (Bertolaso docet). A Messina dopo un secolo e 5 anni nelle baraccopoli del terremoto del 1908 vivono ancora 13 mila persone. I contribuenti italiani finanziano ancora, ma senza saperlo compiutamente, l’emergenza terremoto in Belice del 1968. A Potenza migliaia di persone (inclusi numerosi bambini) sopravvivono ancora nelle baracche del terremoto dell’Irpinia andato in onda il 23 novembre 1980. Allora, Stato e Governo italiano come la mettiamo? Incapacità amministrativa, miopia politica, o soltanto affarismo a favore di amici e compari?
Ma il punto nodale è un altro: la militarizzazione del territorio. L’Aquila dopo 4 anni è un esempio concreto. E così via. Un controllo autoritario straordinario, non vincolato al rispetto della Costituzione repubblicana, tra l’altro stracciata con l’entrata in vigore nel 2009 del Trattato di Lisbona che ha cancellato qualsivoglia sovranità del belpaese.
Rischi – Prendo alla lettera quanto si legge nel portale della protezione Civile: «Ai fini di protezione civile, il rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all’interno di una particolare area, in un determinato periodo di tempo. Il concetto di rischio è legato non solo alla capacità di calcolare la probabilità che un evento pericoloso accada, ma anche alla capacità di definire il danno provocato. Rischio e pericolo non sono la stessa cosa: il pericolo è rappresentato dall’evento calamitoso che può colpire una certa area (la causa), il rischio è rappresentato dalle sue possibili conseguenze, cioè dal danno che ci si può attendere (l’effetto). Per valutare concretamente un rischio, quindi, non è sufficiente conoscere il pericolo, ma occorre anche stimare attentamente il valore esposto, cioè i beni presenti sul territorio che possono essere coinvolti da un evento. L’Italia è un paese geologicamente recente. Da questa sua “giovinezza” deriva la particolare dinamicità del suo territorio, ad alto rischio di calamità naturali, dai terremoti alle eruzioni vulcaniche. Ai fenomeni naturali si uniscono quelli causati dall’attività dell’uomo, spesso legati a una cattiva gestione del territorio».
Gli esperti ben pagati dal popolo italiano non più sovrano, hanno scoperto la cosiddetta acqua calda. Il punto cruciale è che gli alleati ovvero i padroni di Washington usano le loro Forze Armate per controllare il clima, scatenando e provocando anche terremoti in Italia che di naturale non hanno davvero nulla. Quale migliore paravento di un territorio a rischio sismico? Come si spiegano questi ipocentri superficiali, se non addirittura rasoterra?
Mi hanno scritto due amici: Daniele, ha espresso dei legittimi dubbi. Eccoli: «Buonasera Gianni, il 23 Giugno 2013, sul Corriere della Sera, leggo le dichiarazioni del Capo della Protezione Civile, tale Franco Gabrielli in merito al sisma che ha pericolosamente colpito la zona della Garfagnana e della Lunigiana nei giorni scorsi, secondo il quale sul web sarebbero tornati alla carica gli “untori del panico”, criminali veri e propri il cui fine è quello di allarmare inutilmente la popolazione dell’epicentro del terremoto attraverso post, mail, cinguettii di twitter o addirittura – si legge testualmente – porta a porta tra le abitazioni. Minacciando percio’ pubblicamente di scovarli tutti e denunciarli. Ma la mia domanda è la seguente. Perchè mai oltre a cio’ afferma contestualmente, rivolgendosi alla gente, che con lo sciame, adesso inevitabile, “dovrete” conviverci e abituarci? Chi creerebbe piu’ panico e allarme tra la popolazione? Egli con queste dichiarazioni, che se stando alla scienza ufficiale i terremoti non si possono prevedere, oppure i cosi’ definiti sciamani o untori del panico sul web che diffonderebbero presunte teorie del complotto? Qualcosa non mi torna».
Angelo non è da meno: «Questi alla protezione civile hanno le idee chiare, anzi chiarissime: lo sciame sismico in Lunigiana proseguirà. Ma su quali basi fanno queste dichiarazioni? Qualcuno degli ex colleghi dei servizi di intelligence li ha imbeccati? Altra certezza: perseguire penalmente per procurato allarme chi mette in guardia le comunità sul territorio per i rischi connessi a possibili imminenti terremoti di magnitudine elevata. Ma non lo avevano detto loro stessi, esperti e responsabili della protezione civile che vi sarebbe stato a breve un terremoto catastrofico? non sono forse stati loro ad indire un bando Consip con procedura d’urgenza per l’acquisto di migliaia di alloggi di emergenza? Dunque che vuotino il sacco e si autodenuncino, per aver avallato questa continua strategia della tensione, attraverso una serie lunghissima di terremoti artificiali atti a terrorizzare la popolazione ed a farle inghiottire decisioni impopolari in politica interna, sui tagli di sanità, pensioni e welfare ed in politica estera dove le decine, anzi le centinaia di migliaia di civili macellati nelle guerre cd. “umanitarie” (contro qualche decina o qualche centinai di soldati caduti ed ipocritamente celebrati in pompa magna) di aggressione nei paesi del Medioriente servono solo a garantire il controllo angloamericano delle risorse naturali ed il controllo dell’intera filiera del traffico delle droghe, non è un caso che con il complice silenzio dei media globali, controllati dalle élite, i militari anglo-americani presidiano i campi di papavero da oppio in Afghanistan. Non riusciranno ad intimidirci, non ci faremo tappare la bocca, nè staremo a guardare supinamente, seguiteremo invece a far circolare le informazioni e a guadagnare consapevolezza».
Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere, perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
Per quanto mi riguarda, per dirla con il grande scrittore argentino Rodolfo Jorge Walsh, desaparecido dal 25 marzo 1977, che il 24 marzo di 36 anni fa, nel primo anniversario della dittatura militare scrisse una lettera sconvolgente inviandola proprio all’indirizzo della giunta militare. E’ un atto d’accusa contro i militari pilotati dalla Cia. Prendo sulla mia persona a prestito le parole di Walsh: «… senza la speranza di essere ascoltato e con la certezza di essere perseguitato, ma fedele all’impegno assunto tempo addietro di prestare testimonianza nei momenti difficili».
Voi non ci ammazzate e noi non ci arrendiamo né ci spaventiamo. E’ chiaro il concetto Letta & Gabrielli? Piuttosto minacciate voi stessi ed i vostri simili togliendo subito il disturbo. Presto o tardi, un giorno renderete finalmente conto di questa vostra arroganza. A proposito: per le menzogne a raffica propinate in materia sismica da dirigenti e funzionari dello Stato che pena è prevista? E per le stragi impunite del governo a stelle e strisce?
Noi partigiani del terzo millennio desideriamo uno Stato di diritto, Noi rivendichiamo un Paese libero, Noi combatteremo per conquistare la democrazia.
Post Scriptum:
In primo luogo invito il prefetto Gabrielli – nel suo personale interesse ovviamente, perché le sue minacce non fanno neanche il solletico, a maggior ragione dinanzi ad una situazione così drammatica e a responsabilità eluse dal governo tricolore – ad un confronto pubblico con prove alla mano, sul tema dei terremoti artificiali provocati dal governo degli Stati Uniti d’America, a partire come sa, dall’esperimento a L’aquila che ha ucciso 309 persone. In secondo luogo, informatevi bene. La storia è fatta da minoranze attive. Il mio trisavolo Jean Lannes, al comando di pochi uomini, duecento anni fa sbaragliò le truppe austriache a Marengo. Il generale Lannes (l’Orlando dell’Armata), amico fraterno di Napoleone, morì in battaglia nel 1809 e riposa al Pantheon di Parigi, tra i grandi di Francia. I miei antenati osteggiati come briganti hanno combattuto nel Sud contro i Savoia. Noi qui nel Meridione, come credo in tutta Italia, siamo in prima linea per difendere la vita dei nostri figli e questa nostra patria usurpata dallo straniero anglo-americano a cui, voi, siete asserviti! Infine, se siete arrivati alle minacce palesi avete paura da morire e fate bene ad averla, perché avete reso la vita impossibile a un intero Popolo. Ficcatevelo bene in testa: è prossima la resa dei conti (redde rationem).
di Gianni Lannes
Riferimenti:
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/rischi.wp;jsessionid=0F055430811353093CAB0DD3EEB47456
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/i/view_avb.wp;jsessionid=0F055430811353093CAB0DD3EEB47456?contentId=AVB36477
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_avb.wp;jsessionid=0F055430811353093CAB0DD3EEB47456?contentId=AVB38688
http://www.consip.it/on-line/Home/Gare/Bandidigara/Bandiincorso/scheda912.html
http://www.governo.it/
http://www.corriere.it/cronache/13_giugno_23/terremoto-nuovo-notte-sabato-domenica_dd66959e-dbb8-11e2-b46d-07a6952a1aaf.shtml
http://www.poliziadistato.it/rassegna/odierna.pdf
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