Ti sei mai chiesto quante tipologie di vino esistano? E quali siano le loro caratteristiche? E, ancora, da quali uve può essere ottenuto il vino rosso o bianco?
Si tratta, in buona evidenza, di diffuse curiosità su una delle bevande più amate al mondo, e che ha nell’Italia un’eccellenza globale.
Cerchiamo allora di soddisfare alcune delle principali domande sui tipi di vino, permettendoti di fare in autonomia una prima classificazione dei vini! Se invece vuoi approfondire tutto sui vini senza alcol, ti rimandiamo all’approfondimento che abbiamo curato ieri.
Cominciamo dai vini bianchi, una delle grandi tipologie di vino esistenti sul mercato.
Generalmente prodotti con uve bianche (ma non sempre!) sono in grado di rappresentare circa la metà della produzione mondiale di vino.
Di norma i vini bianchi si bevono ancora “giovani”, e al palato danno la percezione di fresco e di fruttato. Hanno una gradazione alcolica di solito inferiore ai rossi, anche se niente vieta loro di raggiungere gradazioni anche pari al 14% vol.
Il loro utilizzo durante i pasti è spesso legato all’accompagnamento di primi o secondi piatti a base di pesce, sebbene non sia escluso un accostamento più ampio.
Tra i vini bianchi e quelli rossi – di cui parleremo a breve – troviamo i vini rosati. Guai, però, a considerarli come una semplice via intermedia tra le due estremità!
I vini rosati sono invece dotati di caratteristiche di autonomia e di personalità particolarmente interessanti. Ma sai come si realizzano?
Di frequente per poter vinificare i rosè si utilizzano delle uve a bacca nera: il particolare colore rosato viene invece ottenuto lasciando le bucce nel mosto poche ore, in maniera tale che la quantità di pigmenti contenuta nella stessa buccia, e responsabile della colorazione del mosto, si riduca notevolmente.
Non è infine escluso che i vini rosati siano ottenuti come mescolazione tra i vini bianchi e i vini rossi, come avviene nel caso di alcuni Champagne.
I vini rossi sono una delle grandi categorie di vini e, cromaticamente (e non solo) sono la principale alternativa ai vini bianchi.
La loro produzione è di norma effettuata con uve nere: solitamente più “pesanti” e a maggiore gradazione alcolica rispetto ai vini bianchi, il loro “segreto” è principalmente contenuto nel tannino estratto dalle bucce d’uva durante la fermentazione.
In commercio è possibile così trovare dei vini molto tannici, come il Barolo o il Brunello di Montalcino, il cui aroma primario è arricchito da aromi secondari dai toni speziati o a base di erbe.
I vini ricchi di tannini sono condotti in invecchiamenti in botti generalmente di legno, e lasciati affinare per un lungo periodo i bottiglia.
Ti sei mai domandato perché i vini frizzanti abbiano quella particolare consistenza e tutte quelle bollicine?
In realtà, quelli che noi chiamiamo comunemente come vini frizzanti, sono vini a basso contenuto di anidride carbonica, che viene generalmente aggiunta in fase di produzione.
Un esempio piuttosto noto di vini frizzanti in Italia è il Prosecco, ma si possono comunque trovare delle alternative molto competitive in ambito europeo, tra i péetillant o i perlant, ovvero tra i vini frizzanti forti o leggeri.
Per quanto infine concerne la sovrappressione di anidride carbonica, questa può variare in base alle normative nazionali, tra 1 e 2,5 atmosfera.
Durante l’autunno gli scaffali delle enoteche e dei supermercati si riempiono di bottiglie contenenti il vino novello. Ma di che cosa si tratta?
Non tutti sanno probabilmente che la dicitura di vino novello è rigidamente disciplinata da un decreto del 1992, secondo cui questo status può essere attribuito solamente ai vini IGT e VQPRD bianchi o rossi legger, prodotti in macerazione carbonica, per essere imbottigliati e immessi in mercato immediatamente dopo la vendemmia e, comunque, entro il 31 dicembre dello steso anno.
Il risultato è un vino dal sapore fruttato e fresco, con un titolo alcolometrico di almeno 11° e residuo zuccherino non superiore a 10 g/l.
Un’altra particolare tipologia di vini è quella rappresentata dai vini passiti.
I vini passiti sono dei vini che vengono prodotti utilizzando uve lasciate “appassire” in modo naturale sulla pianta, o collocate su graticci appositi.
A fine gennaio e a inizio febbraio queste uve vengono vinificate, con il mosto riposto in contenitori di acciaio e, dunque, poi in altri di legno, e infine imbottigliato.
Come probabilmente già sai, questa particolare categoria di vino è ideale per il dessert e, generalmente, accompagna dei piacevoli fine pasto.
Naturalmente, l’elenco delle tipologie di vino non è certo finito qui. Tuttavia, speriamo con questa breve introduzione di averti fornito il giusto spunto per incuriosirti un po’, e approfondire con i nostri ulteriori focus questo argomento così gustoso!