La musica, dunque, può essere considerata come qualcosa di legato ad aspetti innati dell’uomo e allo stesso tempo come fenomeno culturale che cambia in funzione dei tempi e delle generazioni. Oggi, la musica, però, è in grado di dirci molto di più su noi stessi, sulla nostra personalità ma anche e soprattutto sul nostro stile di vita.
Adrian North, professore dell’Università di Leicester, ha condotto diversi studi sull’argomento mettendo in luce interessanti conclusioni. Il gruppo di ricercatori di North ha preso in esame un campione di 10.000 persone che hanno risposto ad un questionario online contenente quesiti che esplorano preferenze tra 50 stili musicali ma anche un’ampia rassegna di notizie circa gli stili di vita, educazione, vita lavorativa, tempo libero dei soggetti.
I risultati mettono in luce, per esempio, come gli appassionati dell’hip-hop e della dance music abbiano avuto più di un partner sessuale negli ultimi cinque anni con una frequenza rispettivamente del 37,5 e del 28,7 per cento, contro l’1,5 per cento degli ascoltatori di musica country. Questi, inoltre, risulterebbero essere meno religiosi, poco propensi al riciclaggio, allo sviluppo delle energie alternative, e a tollerare aumenti di tasse pur di preservare i servizi sociali e il servizio sanitario pubblico. Sarebbero peraltro maggiormente predisposti ad infrangere la legge: metà di loro ha ammesso di averlo fatto contro, per esempio, il 17,9% di quanti prediligono i musical. Tuttavia, un quarto di quanti amano la musica classica e lirica ha assunto sostanze stupefacenti.
Nonostante questi risultati siano interessanti e sia possibile tracciare uno stretto legame tra gusti musicali, personalità e stili di vita è bene, però, stare attenti a non incorrere in stereotipi o false credenze. Infatti, come afferma lo stesso North, questi risultati appartengono solo a una fase iniziale di una ricerca ben più ampia che è ancora tutt’altro che conclusa.