A confermare la sua morte, la prima registrata ufficialmente a seguito del disastro naturale, è stato suo fratello.
Lo tsunami è stato causato dall’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, che si trovava a circa 65 km a nord della capitale di Tonga, Nuku’alofa, dove Angela e suo marito James vivevano. Secondo quanto riferito dal fratello della donna, a trovare il suo corpo sarebbe stato proprio suo marito. La 50enne era molto benvoluta dalla popolazione locale.
“Angela e James amavano la loro vita a Tonga e adoravano il popolo tongano. In particolare, amavano l’amore tongano per la famiglia e la cultura tongana”, ha sottolineato il fratello della donna che non riesce ancora ad accettare la sua morte.
“Angela era il cuore della nostra famiglia, era il cuore pulsante della nostra famiglia. Mi mancherà e penserò a lei ogni giorno per il resto della mia vita. Mia madre è distrutta in questo momento, assolutamente distrutta”.
James e Angela si erano trasferiti a Tonga nel 2015, poco dopo il matrimonio. James ha iniziato a gestire un negozio di tatuaggi chiamato Happy Sailor, mentre Angela ha fondato la Tongan Animal Welfare Society.
La 50enne amava molto i cani. Con la sua organizzazione si occupava di cani in difficolta, rimettendoli in sesto e cercando loro una casa.
“Mia sorella era così: più il cane era brutto, più lo amava. Li amava tutti, ha dedicato la sua vita a loro”
Angela avrebbe deciso di trasferirsi in Polinesia per realizzare un sogno che ha avuto da bambina, nel quale nuotava insieme alle balene. “Tonga le ha permesso di realizzare tutti i suoi sogni” ha continuato ancora il fratello che, nonostante la riconoscenza che prova nei confronti della popolazione locale, ha ammesso che la vita non è per nulla semplice lì.
Purtroppo non è ancora possibile fare una stima dei danni. Alcuni voli di perlustrazione inviati dalla Nuova Zelanda hanno rivelato una situazione piuttosto grave lungo la costa occidentale di Tongatapu, l’isola principale del Paese.
Una delle inviate della televisione neozelandese, Barbara Dreaver, ha affermato che ci vorranno almeno due settimane prima che le comunicazioni (telefonate internazionali e internet) siano ripristinati.
La Croce Rossa stima che lo Tsunami potrebbe aver coinvolto oltre 80.000 persone. E per chi è scampato alle onde, potrebbero comunque esserci altre ripercussioni. Le polveri del vulcani potrebbero aver infatti contaminato le riserve d’acqua rendendo complicato l’approvvigionamento.
Come se non bastasse, alcuni funzionari hanno anche espresso preoccupazione per il fatto che i soccorritori possano diffondere il Covid nel paese, che ha registrato i suoi primi casi di coronavirus solo a ottobre.