Trovate a Velletri, in provincia di Roma, diverse trappole a cappio fatte con cavi d’acciaio per uccidere i cani nascoste tra le foglie e posizionate sulla recinzione di un terreno di campagna.
In una di queste trappole è stato trovato un cane in fin di vita disidratato e con il cappio d’acciaio che gli stringeva stomaco e genitali, ma grazie all’intervento dei veterinari della Asl l’animale è stato curato e liberato.
E in una trappola simile, posizionata sempre nello stesso posto, già qualche mese prima erano state trovate delle ossa: con tutta probabilità quelle di un altro animale finito nel cappio e lasciato morire così. ma grazie all’intervento dei veterinari della Asl l’animale è stato curato e liberato.
Sul sito ufficiale dell’ANSA si legge a proposito di questo fatto: “ interpellato dalla polizia, il responsabile del terreno dove sono state ritrovate le trappole (e l’animale catturato) ha negato di esserne il fautore, non riuscendo però a dare spiegazioni convincenti di come mai quelle trappole si trovassero nella sua proprietà. Per l’accaduto è stata sporta una denuncia contro ignoti“.
Il randagismo è purtroppo in forte crescita: ma non è certo questo il modo per risolverlo.
I comuni delle singole città italiane hanno il dovere di prevenire questo problema ed i singoli cittadini possono far diminuire il fenomeno solo non abbandonando i propri animali domestici o recandosi nei canili per adottarne uno.
Se trovate un cane randagio dovete segnalarlo alla Polizia Municipale oppure ai Carabinieri che lo cattureranno e lo porteranno al canile municipale.