L’obiettivo dell’accordo è quello di allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle direttive impartite dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
ella serata di martedì 20 febbraio, si è finalmente raggiunta una storica intesa siglata dalla Presidenza del Consiglio e dai rappresentanti del Parlamento europeo che fissa al 2050 l’obiettivo inquinamento zero. Un accordo molto significativo soprattutto alla luce del recente report diffuso dalla società svizzera ‘IQ Air’ che aveva evidenziato un quadro allarmente secondo il quale, solo 6 paesi in tutto il mondo avrebbero rispettato le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sull’inquinamento atmosferico, in particolar modo per quanto concerne i i livelli di PM 2.5.
Un quadro estremamente negativo che coinvolge anche l’Italia e in particolar modo la Pianura Padana, che a causa del difficoltoso ricambio d’aria annaspa nelle polvere sottili palesandosi come una delle zone più inquinate d’Europa. In tutto il Vecchio Continente la situazione dell’aria sembra particolarmente drammatica, con risvolti molto negativi in Italia dove si verifica un numero di decessi causati dall’inquinamento ben al di sopra della soglia mondiale.
L’obiettivo principale dell’accordo appena firmato è quello di allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle direttive impartite dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Nel commentare l’accordo raggiunto a livello comunitario, il ministro del governo della regione di Bruxelles, Alain Maron, ha dichiarato che la salute dei cittadini rimane una priorità. Per l’UE la salute dei suoi cittadini è una priorità: “Questo è ciò che abbiamo dimostrato oggi con questo accordo fondamentale che contribuirà a raggiungere l’ambizione dell’UE di eliminare l’inquinamento atmosferico entro il 2050”.
L’obiettivo, dunque, è quello di ridurre drasticamente la presenza di polveri sottili nell’aria, riducendo altresì i decessi prematuri causati dalla cattiva qualità dell’aria. L’accordo raggiunto nella serata di martedì 20 febbraio, ha definito quelli che saranno gli standard rafforzati di qualità dell’aria per il 2030 sotto forma di valori limite e target analoghi pressappoco a quelli fissato dall’OMS.
Le nuove soglie che sono state fissate riducono sensibilmente i livelli tollerati nell’aria di particelle fini e particolato (PM2,5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzo(a)pirene, arsenico, piombo e nichel. Ad ogni stato membro viene accordata, in ogni caso, la possibilità di richiedere, entro il 31 gennaio 2029, lo spostamento dei termini per raggiungere le soglie previste.
Si è stabilito che nei casi in cui queste soglie non venissero rispettate, ai paesi inadempienti verrà fatto obbligo di fissare una tabella di marcia per la qualità dell’aria da realizzare tra il 2026 e il 2029. Gli stati saranno anche obbligati a stabilire dei piani per la qualità dell’aria per le aree dove i valori superano le soglie consentite, oltre all’approvazione di piani d’azione a breve termine (come le misure emergenziali e gli stop alla circolazione) per ridurre i rischi immediati per la salute della popolazione.
In ogni caso il nuovo accordo per l’inquinamento zero presenta dei profili di flessibilità per stabilire la qualità dell’aria e i piani d’azione a breve termine nei casi in cui il potenziale di riduzione di determinate concentrazioni di inquinanti fosse condizionato dalle peculiarità geografiche e meteorologiche delle zone coinvolte. Anche se si tratta solo di un accordo provvisorio imbottito di incognite e di ampie deroghe, rimane comunque un passo in avanti importante nella battaglia per ridurre le emissioni e rendere l’aria più salubre.