Scoperta a Panama una foresta pietrificata di 23 milioni di anni fa: rinvenuto un antico ecosistema di mangrovie fossilizzate alte fino a 40 metri, sepolto da un’eruzione vulcanica. Una meraviglia tutta da scoprire.
Una incredibile scoperta è stata fatta recentemente a Panama, dove gli scienziati hanno individuato dei resti fossilizzati di una foresta che risale a circa 23 milioni di anni fa.
Questo antico bosco di mangrovie, che un tempo si estendeva per chilometri sull’isola di Barro Colorado, è stato sepolto da una violenta eruzione vulcanica, lasciando dietro di sé solo frammenti pietrificati di quello che una volta era un paesaggio dominato da alberi alti fino a 40 metri.
I ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute, hanno condotto uno studio dettagliato utilizzando oltre 100 frammenti di legno fossilizzato e campioni di sedimenti prelevati dall’area circostante.
Attraverso analisi approfondite, è emerso che gran parte dei fossili apparteneva a una specie di mangrovie ormai estinta, nota come Sonneratioxylon barrocoloradoensis, che presentava somiglianze con le mangrovie moderne della famiglia Sonneratia, originarie del sud-est asiatico.
La datazione dei reperti ha rivelato che questi antichi alberi avevano un’età stimata di circa 22 milioni di anni, appartenenti al periodo geologico del Miocene. Si è ipotizzato che l’area sia stata sommersa da una colata di fango e roccia, conosciuta come lahar, generata da un’eruzione vulcanica catastrofica.
La rapidità con cui gli alberi sono stati sepolti insieme alla presenza di elevate quantità di silice nell’acqua del lahar ha favorito il processo di pietrificazione, trasformando l’area in una foresta fossilizzata che giace sepolta sotto la superficie fino ai giorni nostri.
Questo antico ecosistema di mangrovie, risalente a un periodo poco dopo la formazione dell’isola di Barro Colorado, offre preziose informazioni sulle condizioni ambientali e climatiche dell’epoca.
Si stima che la formazione dell’isola risalga a circa 23 milioni di anni fa, quando le placche sudamericana e caraibica si scontrarono, causando l’emersione di parti dell’attuale America Centrale, inclusa l’isola stessa.
Da notare che le mangrovie presenti in questa foresta fossile erano significativamente più alte rispetto alle loro controparti moderne, raggiungendo altezze comprese tra i 20 ei 40 metri.
Questo suggerisce che, nonostante le differenze nell’ambiente circostante, le mangrovie svilupparono strategie di adattamento simili, preferendo le acque salmastre dei bacini acquitrinosi alle acque oceaniche più saline.
L’importanza di questa scoperta va oltre il semplice interesse scientifico, poiché fornisce un’istantanea di un’epoca lontana, permettendoci di comprendere meglio l’evoluzione dell’ambiente e delle specie che lo abitavano. Inoltre, evidenzia il delicato equilibrio tra forze naturali, come le eruzioni vulcaniche, e la vita vegetale che si sviluppa in risposta a esse.
Questa foresta rappresenta un tesoro scientifico prezioso, offrendo uno sguardo affascinante e rivelatore su un capitolo dimenticato della storia ambientale del nostro pianeta. La sua preservazione e studio continuo sono essenziali per svelare ulteriori segreti dell’antico mondo naturale e per ampliare la nostra comprensione dell’evoluzione della vita sulla Terra.