Ecco quali funzioni svolgono le zone umide, un patrimonio naturale che si sta estinguendo e che svolge una funzione cruciale nella tutela delle biodiversità
Le cosiddette “zone umide”, che non tutti conoscono, in realtà svolgono un ruolo cruciale nella tutela delle biodiversità e dei paesaggi della nostra amata penisola. In Italia ne sono state identificate ben 57 dislocate in 15 regioni diverse. Le due funzioni principali che vengono svolte dalle zone umide sono quella di garantire sufficienti risorse d’acqua e di cibo e di contribuire allo “stoccaggio” di carbonio.
Oltre a garantire queste due funzioni, le zone umide svolgono anche un ruolo nevralgico nel contrasto ai cambiamenti climatici e nel mitigarne gli effetti e le conseguenze sull’agricoltura e sul nostro stile di vita. Catturando il carbonio presente in atmosfera, le zone umide rappresentano un vero e proprio serbatoio di questo elemento chimico.
Addirittura queste zone sarebbero in grado, secondo gli scienziati, di catturare una quantità di carbonio fino a 10 volte di più delle foreste, a parità di superficie. Le zone umide sono composte da paludi, stagni, torbiere, acquitrini, laghi, fontanili e risorgive. Un immenso patrimonio che svolge un ruolo fondamentale per il nostro ecosistema. Il vero punto debole delle zone umide è la loro eccessiva vulnerabilità e il fatto di essere molto esposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici ma anche all’invasione di specie aliene.
Un patrimonio che soprattutto negli ultimi anni si è diradato progressivamente a causa dei cambiamenti climatici. Si stima che negli ultimi 50 anni, più di un terzo delle zone umide a livello globale si sia estinto. Un dato ancora più drammatico si è registrato nel Mediterraneo dove è andata persa quasi la metà di queste splendide riserve naturali con conseguenze devastanti per fauna e flora, ma anche per gli esseri umani.
Proprio il 2 febbraio si è celebrato il World Wetlands Day, la giornata dedicata proprio alle zone umide, con la quale il mondo ha richiamato l’attenzione sulla ricchezza di questo grande patrimonio naturale che assicura il nostro benessere e la regolazione del clima.
Le più belle zone umide: la laguna – tecnologiaeambiente.it
Questi enormi serbatoi di carbonio e contrasto al cambiamento climatico, svolgono un ruolo fondamentale per evitare inondazioni, ma rappresentano anche un ricettacolo di fibre e materiali che garantiscono cibo a pesci e uccelli. Il patrimonio di zone umide rimanente è fondamentale per la sopravvivenza del pianeta e andrà salvaguardato mettendo in atto tutte le contromisure possibili per far si che non vada perso.
La riduzione delle zone umide nel mondo ha causato variazioni sia nelle rotte migratorie che nei periodi di permanenza degli uccelli. Un trend che gli scienziati stanno monitorando ormai da parecchi anni e che rappresenta una piaga che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intero ecosistema. Soprattutto in Toscana, negli ultimi anni, si è registrato un preoccupante aumento di specie cosiddette aliene, come l’ibis sacro. La salinizzazione delle lagune ha comportato anche una riduzione significativa delle folaghe. Ecco perchè la conservazione di queste preziose aree dovrebbe diventare una priorità di tutti i governi.